Tatuaggi, una “fotografia” dall’Istituto Superiore di Sanità
Sette milioni di italiani hanno un tatuaggio ed è un fenomeno in crescita, almeno a sentire l’Istituto Superiore di Sanità che ha effettuato un’indagine sulla popolazione al fine appunto di fotografare il fenomeno italiano.
Ecco alcuni dati rilevati:
- i tatuaggi sono più diffusi tra le donne (13,8% rispetto all11,7% degli uomini);
- il primo tatuaggio viene effettuato a 25 anni;
- la fascia di età con più tatuaggi è quella tra 35 e 44 anni;
- lo 0,5% dichiara di aver effettuato un tatuaggio con finalità mediche mentre il 3% per finalità estetiche.
Una percentuale, in particolare, ci informa sul fattore di rischio per la salute: il 13,4% ha fatto un tatuaggio al di fuori dei centri autorizzati.
“Il tatuaggio non è una camicia che si indossa e si leva, è l’introduzione intradermica di pigmenti che entrano a contatto con il nostro organismo per sempre e con esso interagiscono e possono comportare rischi e, non raramente, anche reazioni avverse e per questo è fondamentale rivolgersi a centri autorizzati dalle autorità locali, con tatuatori formati che rispettino quanto prescritto dalle circolari del Ministero della Salute” afferma Alberto Renzoni che ha coordinato l’indagine.
Tra gli allegati presentati sul sito web dell’Istituto, anche Istruzioni per l’uso, un breve ma esaustivo elenco di consigli (che potete scaricare in formato PDF a questo link ).
All’interno del documento sopra indicato anche l’elenco delle situazioni per le quali è sconsigliato effettuare tatuaggi:
- Malattie della pelle
- Nevi o altre lesioni pigmentate nell’area da tatuare
- Predisposizione ad allergie
- Fotosensibilità
- Disturbi della coagulazione o tendenza a emorragie
- Diabete
- Anomalie cardiache
- Condizioni immunosoppressive o malattie che predispongono alle infezioni
- Gravidanza / allattamento
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