Uso di cocaina e le patologie silenti
La cocaina è ormai uno stupefacente molto diffuso sia fra i professionisti che, purtroppo, anche fra ragazzi molto giovani, non solo, l’osservatorio della UE segnala l’Italia come il paese fra gli Stati Membri dove il consumo è più elevato, dato fra l’altro confermato da quanto emerso da una recente indagine sulle acque reflue svolta a Milano dove sono state trovate tracce di cocaina pari a 9 dosi ogni 1000 abitanti.
Il dato statistico dà quindi un’idea di quanto uso, meglio dire abuso, si faccia di tale sostanza ma, un’altra ricerca condotta dalle Unità di Risonanza Magnetica e di Medicina Cardiovascolare della Fondazione Monasterio – CNR di Pisa, sposta l’accento sulle conseguenze di tali cattive abitudini.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Heart, dimostra che chi tira cocaina non ha un cuore in un buone condizioni e, soprattutto, mostra segni di patologie asintomatiche.
Lo studio è stato effettuato in collaborazione con alcuni SERT della Regione Toscana e ha visto protagoniste 40 persone che usavano regolarmente la cocaina.
I pazienti sono stati analizzati attraverso lo studio di alcuni bio – marcatori del sangue capaci di individuare danni al miocardio (troponin, NT – proBNP) e altri esami più specifici per il cuore quale, per esempio, l’elettrocardiogramma da sforzo.
In nessuno dei pazienti sono stati riscontrati problemi cardiaci ma ben l’83% presenta danni più o meno gravi al muscolo cardiaco.
I segni possono essere ricondotti a infarti o ischemie subite dopo l’assunzione di cocaina di cui il soggetto non si è nemmeno accorto, è questa una delle conseguenze più subdole dovute all’assunzione di tale stupefacente, danni, anche permanenti, di cui non ci si rende conto, convivendo quindi con patologie silenti che possono risvegliarsi di punto in bianco.