Analisi prenatali utilizzando il sangue della madre, nuovo studio
Novità nel campo analisi delle malattie genetiche sui bambini; una recente ricerca della Stanford University School of Medicine, pubblicata sull’ultimo numero di “Nature”, ha dimostrato che, per diagnosticare anomalie genetiche sul feto, potrebbe servire (in futuro) anche solo un’analisi del sangue della mamma, senza dover ricorrere ad analisi invasive che potrebbero stressare e condizionare la buona salute del piccolo nascituro.
La scoperta, che potrebbe rivoluzionare praticamente tutto il settore clinico, permetterà, si legge dalla ricerca, di poter analizzare lo stato di salute “genetica” del piccolo direttamente prelevando il sangue della mamma evitando così pratiche invasive oppure aspettare la sua crescita fino alla possibilità di poter effettuare l’amniocentesi.
Gli scienziati della Stanford University School of Medicine, sono riusciti quindi nel corso dell’esperimento a bloccare ed evidenziare il genoma del feto proprio grazie alla semplice analisi di un campione sanguigno materno, questo perché, durante il periodo di gravidanza, il sangue della mamma è formato anche dalle cellule del feto.
Tramite le analisi, si potrebbe in questo modo associare preventivamente alla diagnostica per immagini un’analisi dettagliata del genoma in grado di prevedere l’eventuale presenza di Ipoplasia Timica Congenita, anomalie facciali, immunodeficienza e tutto quello che potrebbe essere definito come “anomalia”. Lo studio è in corso di evoluzione e continuano le sperimentazioni, l’obiettivo è quello di far diventare nel futuro questa pratica, una effettiva analisi clinica prenatale.