Cali di memoria e rischio ictus, c’è una relazione
Presentata a Honolulu, al congresso dell’american Academy of Neurology, una ricerca sugli effetti di colesterolo e pressione alta sul nostro organismo, i risultati mostrato come, non solo siano pericolosi per il cuore e le arterie, ma anche, questa è la novità, anche per il cervello, infatti valori anomali su questi due marker possono far sì che la nostra memoria perda colpi.
Scoperta una forte relazione fra deficit cognitivi e il rischio ictus, ampio il campione studiato e gli istituti coinvolti, ha infatti iniziato tali studi l’Istituto Nazionale di Sanità francese.
Sono stati studiati quasi 5mila fra uomini e donne di un’età di 55 anni, i fattori esaminati sono stati sesso, colesterolo, pressione, diabete ed eventualmente tabagismo, tutti i dati raccolti sono stati poi analizzati rapportandoli all’età dei soggetti, chiaramente, visto lo scopo della ricerca, non sono mancati test di natura mnemonica per valutare appunto le capacità celebrali.
Nei i pazienti che avevano un alto rischio cardiovascolare corrispondeva una funzionalità cognitiva minore rispetto a chi è risultato avere colesterolo e pressione bassa.
Il dato è palese: a un aumento del 10% del rischio cardiovascolare corrisponde un calo del 3-7% per cento nei test di memoria, tale calo coinvolge tutte le aree di attività cerebrale, tranne il ragionamento nell’uomo e l’elasticità verbale nella donna.
Dal deficit di memoria a un maggior rischio ictus il passo è breve come mostrano, inequivocabilmente anche in questo caso, i dati raccolti.
Questa parte della ricerca è partita da lontano coinvolgendo persone di ambo i sessi di quasi 70 anni che sono stati sottoposti 2 volte l’anno per 5 anni a esami sia sull’elasticità della colonna vertebrale che a test di memoria per verificare se nel frattempo avessero subito un ictus.
I problemi alla colonna vertebrale espongono a rischi ictus 4 volte di più rispetto a chi non ne ha mentre i problemi cognitivi “solo” 3,5 volte …
Come sempre, al di là degli importanti passi nella ricerca sulle malattie cardiovascolari, è bene sottoporsi, con regolarità, a controlli mirati sul cuore come, per esempio, effettuare un ecocardiogramma.