Giornata mondiale contro l’AIDS 2013
Il 1° dicembre 2013, come ogni anno, è la Giornata Mondiale contro l’AIDS. Nella settimana precedente, dal 22 al 29 novembre, si svolge la European Testing Week: Talk Hiv. Test Hiv.
Sottolineare l’importanza del test è di fondamentale importanza. Guardando i numeri che arrivano dall’Istituto Superiore di Sanità appare chiaro che una diagnosi preventiva può ridurre fortemente l’incidenza dell’HIV. Sono 3853 le nuove diagnosi di infezione da Hiv e dei casi di Aids in Italia al 31 dicembre 2012, un’incidenza del 6.5 ogni 100.000 abitanti. La percentuale di Late presenter, che arrivano cioè alla consapevolezza di aver contratto l’HIV quando lo stato di salute è già compromesso, è in aumento e sfiora il 56% del totale. A questo link è possibile trovare i laboratori, gli ospedali e le strutture pubbliche che hanno aderito all’iniziativa più vicini a casa tua.
Il test dell’HIV consiste in un semplice prelievo di sangue, come le analisi cliniche tradizionali. La legge 135/90 dispone che il test debba essere gratuito, anonimo e senza impegnativa del medico:
- nei Reparti di Malattie Infettive degli Ospedali pubblici;
- nei Centri di cura delle M.S.T. (Malattie Sessualmente Trasmissibili) o I.S.T. (Infezioni Sessualmente Trasmissibili);
- nelle strutture pubbliche dove si eseguono prelievi.
Anche quando il test non è anonimo, è strettamente confidenziale, cioè il nome di chi l’ha effettuato non viene pubblicizzato in alcun modo.
L’HIV, ricordiamo, riguarda tutta la popolazione, non solo alcune categorie, infatti il virus si trasmette:
- a persone sessualmente attive, in maniera del tutto indipendente dall’orientamento sessuale e dall’età;
- a chi condivide aghi o strumenti per l’iniezione, ad esempio, di sostanze stupefacenti, steroidi, o altro.
Può accadere che si contragga il virus senza esserne consapevoli, poiché i primi sintomi possono essere confusi con quelli dell’influenza. Per questo è fondamentale fare il test, specialmente se si adottano comportamenti come quelli sopracitati. Solo dopo 3 mesi dal presunto contagio è possibile avere una diagnosi certa, ma nel frattempo esiste il periodo finestra, durante il quale non è avvenuta la sieroconversione, ma si è stati contagiati e si può, quindi, contagiare gli altri. Quindi dopo dopo 1 mese/1 mese e messo un risultato negativo dà tranquillità, ma non certezza, mentre un risultato positivo consente di agire rapidamente. Dopo 3 mesi il risultato è certo e definitivo.
L’esecuzione del test dell’HIV è una scelta civica per tutti gli individui, oltre che un aiuto concreto per preservare la salute personale. Intervenire per tempo consente di ridurre i danni provocati dal virus, oltre che evitare di entrare nello stato clinico di AIDS. Infatti le persone che contraggono il virus HIV (sieropositive) non sono ancora malate di AIDS, anche se sono destinate a diventarlo. Con i farmaci di oggi un sieropositivo può vivere anche molto a lungo (10-20 anni) in discreta salute, continuando a essere portatore del virus. Solo quando il livello di infezione da HIV supera una determinata soglia, si parla di malato di AIDS.
Infine ricordiamo che non è pericoloso avere contatti sociali con una persona sieropositiva. Il virus HIV non si trasmette nella normale vita sociale (a casa, nei luoghi pubblici, a scuola, sui mezzi di trasporto…), neanche la convivenza con una persona sieropositiva crea problemi, perchè il virus dell’HIV non si trasmette attraverso la tosse, le urine, le feci, la saliva, gli starnuti, ecc… È un virus trasmissibile solo attraverso sangue, liquido seminale, secrezioni vaginali e latte materno, cioè fluidi corporei, di cui non fa parte, ad esempio, la saliva.